STAGIONE 1992/93 – SERIE A1
STAGIONE 1992/93
SERIE A1
RESOCONTO
Stagione travagliata, l’ultima targata Gruppo Ferruzzi. Eppure, l’estate regala grandi speranze, con l’arrivo di Sandro Dell’Agnello. L’idea, con Donato Avenia mandato in prestito a Reggio Calabria, da dove arriva l’ala-pivot Tolotti, è quella di far diventare Premier sesto uomo. Per il resto, a parte il ritorno di Emiliano Busca, che diventa il playmaker di riserva al posto di Stefano Attruia, il roster rimane invariato. La vittoria in Korac regala a Paolo Di Fonzo la conferma come head coach.
Le cose, però, non vanno come sperato. Il primo campanello d’allarme arriva in Coppa Italia, dove Roma, dopo aver eliminato la Fortitudo, vince di 12 a Rimini nell’andata degli ottavi di finale, ma perde clamorosamente al ritorno in casa.
Il campionato inizia con 2 vittorie e una sconfitta, subita in rimonta a Reggio Calabria, e la situazione deflagra dopo la gara di Korac vinta contro il Neuchatel. Dopo una discussione con coach Di Fonzo, Mahorn sfascia una sedia e un armadio e viene tagliato per motivi disciplinari. Mentre ancora deve essere preso il suo sostituto, dopo la vittoria a Venezia e la sconfitta interna con Milano, arriva l’annuncio shock: il Gruppo Ferruzzi esce dalla pallacanestro. La squadra giocherà col marchio Messaggero fino al termine del mese di novembre, per poi proseguire la stagione come Virtus Roma. La presidenza viene affidata al dirigente Angelo Rovati, che inizierà a gestire una lunga e faticosa fase di transizione.
La prima partita del nuovo corso, la vittoria per 100-91 al Palaeur con la Clear Cantù, è anche la prima con un nuovo allenatore. È Franco Casalini, ex Milano. Paolo Di Fonzo saluta con 5 vittorie 6 sconfitte in campionato. L’inizio di Casalini è incoraggiante, con 3 vittorie nelle prime 4 partite, ma poi la squadra torna ad essere discontinua. Elvis Rolle, il sostituto di Mahorn, non si rivela all’altezza e viene a sua volta tagliato per Kenny Payne, che però è un’ala. L’assetto tattico viene quindi stravolto, con Premier che torna in quintetto (lo stesso Payne, tranne poche eccezioni, non brilla), Dell’Agnello costretto ad adattarsi ad ala forte e Radja pivot. Una pesante sconfitta a Caserta nell’ultima giornata costringerà la squadra ai play-out, vinti agevolmente.
Tra i segnali di ridimensionamento, anche la chiusura del terzo anello del Palaeur. Il pubblico cala vistosamente, anche se resta sempre vicino alla squadra.
Le cose migliori della stagione vengono dalla Coppa Korac, dove la Virtus onora al meglio il ruolo di campione in carica. Superati agevolmente i primi turni, la Virtus vince il girone con Panionios Atene, Antibes e Taugres Vitoria. Nei quarti di finale rimonta gli 11 punti subiti all’andata dei quarti dall’Elosua Leon, vincendo di 18 a Roma trascinata da un grande Fantozzi. Nell’andata della semifinale arriva un’impresa storica, con la vittoria per 84-64 in casa del Barcellona. Il vantaggio viene gestito al ritorno e ci si guadagna la finale contro una Milano che però si dimostra superiore e vince di 5 al Palaeur e di 15 al Forum di Assago.